La capolista Mantova che si ferma in casa, battuta dal Trento e la distanza dalla vetta che rimane invariata (10 punti), non fa che aumentare i rimpianti e le incazzature per aver perso tanti punti e non aver approfittato degli inciampi altrui. Il Lane a Legnago ha perso un'occasione d'oro per accorciare.
I passi nervosi
Se la mimica è la manifestazione di uno stato d'animo, basterebbe osservare Aimo Diana in panchina per capire che qualcosa è cambiato. I passi nervosi su e giù per l'area tecnica, le urla di incitamento e le indicazioni pressanti si sono un po' perse come i punti in classifica lasciati per strada. Così anche sabato, nel paese della pearà, è mancato pepe e sale ad una squadra smarrita e senz'anima. Con una certezza che rasenta la resa: Fiorenzuola non è stato un episodio e Legnago rischia di diventare il punto di non ritorno.
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I soliti mali
Una squadra che si stava rimettendo in sesto ripiomba nei soliti mali sotto i colpi di Rocco e i suoi fratelli (il numero 10 ex Arzignano ha segnato il rigore della vittoria per i veronesi) con l'amara sensazione che Diana non sappia più che pesci pigliare dopo averle provate un po' tutte: dalle rotazioni dei giocatori, ai discorsi motivazionali, fino ai sudoku tattici. Tutto da rifare. Il punto non è ricominciare e pensare alla prossima gara contro la Pro Sesto di sabato, ma piuttosto capire cosa fare adesso, con quale stato d'animo. Perchè mai in questo campionato il tecnico era sembrato così smarrito e impotente come ha manifestato nel post partita di Legnago.
La conferenza stampa di Diana
Ci sono passaggi nella sua conferenza stampa che vale la pena di riprendere. «Questa è una squadra che non mantiene l'atteggiamento giusto per più di due-tre partite, ci chiediamo anche poi perchè succede». E ancora: «Finchè ci sarà data la possibilità cercheremo di trovare il bandolo della matassa, stiamo facendo il massimo».
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Sulla stagione
«Scegliere i giocatori che hanno caratteristiche caratteriali, stiamo lavorando su più fronti, dobbiamo fare un esame anche sul mercato. Non dobbiamo sempre buttare via tutto, la società ci sostiene ma noi dobbiamo capire da dove arrivano queste amnesie. Sono i risultati a determinare il tutto». «Promozione diretta? Esistono altre strade».
Sconfitta sportiva
Aimo Diana è un uomo di calcio, un professionista onesto e sa perfettamente che la situazione è compromessa e sa anche che la sua panchina traballa. Così come capisce che dopo 14 giornate e un mese di preparazione estiva, il non aver trovato la quadra, rappresenta una sconfitta sportiva bella pesante per lui, il suo staff, il diesse e il direttore generale. Non solo Diana è legato ai risultati.
E i giocatori?
Hanno certamente le loro responsabilità, come tutti quelli passati a Vicenza nelle ultime stagioni, tutti o quasi incapaci di dare gioie ai tifosi, di lottare per una maglia che non sentono loro e a fornire più o meno le stesse giustificazioni di sempre. Non è sempre vero che il tempo cura le ferite.