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Ovest Vicentino

La disoccupazione
frena con concia
e meccanica

A fine dicembre 2015 i disoccupati nell’Ovest erano 6.530
A fine dicembre 2015 i disoccupati nell’Ovest erano 6.530
A fine dicembre 2015 i disoccupati nell’Ovest erano 6.530
A fine dicembre 2015 i disoccupati nell’Ovest erano 6.530

Il tasso di crescita della disoccupazione nell’Ovest Vicentino, negli ultimi due anni, è scivolato. Un primo timido segnale di contrazione della disoccupazione dopo un periodo di crescita con picchi che nell’ultimo decennio hanno segnato incrementi fino al più 30% nel 2009.

A fine dicembre 2015 i disoccupati erano 6.530; secondo i dati del centro per l’impiego di Arzignano, elaborati da Veneto Lavoro, l’osservatorio regionale del mercato del lavoro. Un più 2,5% rispetto al 2014 dove la crescita annua era stata del 6%. Dopo l’ultimo picco del 2013 di un più 20%.

Certo, l’esercito di chi rimane senza lavoro si riempie, ancora, ogni giorno di nuove leve con risvolti difficili che colpiscono individui e famiglie. E nel 2014 ad aumentare sono stati soprattutto i giovani, gli inoccupati, pari al 21% in più rispetto al 2013. Ma il calo avviatosi nell’ultimo biennio e la ripresa dei settori concia e metalmeccanica fanno ben sperare.

«C’è una ripresa generale delle attività produttive - osserva l'economista Paolo Gurisatti, presidente del Distretto Conciario vicentino -. Lo avevamo notato dai dati Inps di giugno 2015, ponendoli a paragone con l’anno precedente. Proprio in questo caso avevamo constatato un incremento dell’occupazione in particolare nei comparti collegati alle attività conciarie ed altri come della meccanica. C’è effettivamente una ripresa che giustifica un rallentamento progressivo della disoccupazione e contemporaneamente della crescita dell’occupazione proprio perché le persone stanno re-iniziando a cercare lavoro».

Insomma qualche segnale di ripresa si comincia, finalmente, ad intravvedere. «Per il momento si può essere un po’ ottimisti - prosegue Gurisatti - anche se qualche nuvola all’orizzonte c’è. Occorre considerare la situazione globale e, dopo le elezioni americane, anche l’economia Usa potrebbe rallentare. L’Europa non sta correndo molto e soprattutto stanno frenando i Paesi in via di sviluppo».

Notevoli passi avanti comunque sono stati fatti dal 2009, l’anno peggiore per quanto riguarda la congiuntura economica. «Allora si era nel pieno della crisi - afferma - abbiamo avuto un calo della produzione industriale pari al 30 per cento. Calo recuperato faticosamente a fine 2013, nel 2014 abbiamo iniziato a viaggiare di nuovo a livelli abbastanza vicini a quelli degli anni precedenti. È quindi evidente che i dati più pesanti siano nel 2009, quando c’è stato il crollo generale dell’economia».

Secondo le statistiche nel 2015 i giovani dell’Ovest alla ricerca di un lavoro sono stati 2.245, pari al 34%, mentre gli uomini e le donne dai 30 ai 54 anni rappresentano quasi il 60%, cioè 3.905. Sono 380, invece, le persone nella fascia d’età che va dai 55 ai 64 anni. La maggior parte di coloro che si rivolgono al centro per l’impiego sono italiani (55.8%), gli indiani e bangladesi rappresentano quasi il 17% mentre i cittadini centro africani (Ghana, Nigeria e Senegal) superano di poco il 14%. Albanesi, serbi, ucraini, moldavi e croati sono all’8%, con un diploma superano sono il 7%. Gli stranieri laureati ciscritti al centro per l’impiego sono lo 0.5%. A.F.

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