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Schio

«Quei manichini
in vetrina schiaffo
all’anoressia»

Una vetrina di abbigliamento nel centro di Schio. STUDIO STELLA
Una vetrina di abbigliamento nel centro di Schio. STUDIO STELLA
Una vetrina di abbigliamento nel centro di Schio. STUDIO STELLA
Una vetrina di abbigliamento nel centro di Schio. STUDIO STELLA

«La prima cosa che ho pensato stamattina è stata: mia figlia c’è ancora? L’anoressia è una malattia che consuma chi ce l’ha e le persone che gli vogliono bene. E vedere quei manichini sempre più magri, simbolo di un modello estetico irreale, mi riempie di rabbia e indignazione». Si sfoga così con una lettera a questo Giornale un papà di Schio nella giornata contro i disturbi alimentari. «Ieri sera palazzo Fogazzaro è stato illuminato di viola (il lilla è il colore della campagna), ma vedendo vetrine così mi sono sentito ferito - continua il genitore, noto artigiano (anonimo a tutela della figlia) - Dal mondo della moda serve più sensibilità vista la presa che ha sui giovanissimi».

L’esperienza che racconta è drammatica. «Un disturbo alimentare distrugge non solo una persona, ma tutta la sua famiglia. Si vede il proprio caro che si spegne sempre di più e diventa anche insensibile ai consigli, alle parole, agli sguardi. E tu non puoi fare nulla». Racconta che sua figlia è non tocca cibo da due settimane solo tè e brodo. «All’inizio la reazione è una rabbia indescrivibile. Poi capisci che è la malattia contro cui bisogna lottare e che si può solo continuare a dare affetto nonostante tutto» Il caso in questione dimostra che questi disturbi possono colpire anche famiglie “insospettabili”. «Anche le relazioni sono messe a dura prova: ci sono famiglie che non superano la prova».

La colpa di quanto accaduto a sua figlia non è certo di un negozio o di un manichino. Di questo è ben consapevole. «Ma anche le vetrine dei negozi, specialmente dei marchi più conosciuti e gettonati dai giovanissimi, sono una rappresentazione tangibile di un canone estetico sempre meno umano. E persone particolarmente fragili o predisposte possono rimanere vittima di quell’illusione che purtroppo anche un manichino può contribuire ad alimentare». Quelle gambe sottili, sottili come quelle di una ragazzina anoressica, come quelle di sua figlia, sono uno schiaffo contro chi come lui e come migliaia di familiari lotta per strappare la vita di una persona amata dall’autodistruzione.

Elia Cucovaz

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