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Vicenza

«Cambio gestore
a mia insaputa»
Boom di denunce

Molti i vicentini che hanno denunciato di aver subito a loro insaputa il cambio di gestore
Molti i vicentini che hanno denunciato di aver subito a loro insaputa il cambio di gestore
Molti i vicentini che hanno denunciato di aver subito a loro insaputa il cambio di gestore
Molti i vicentini che hanno denunciato di aver subito a loro insaputa il cambio di gestore

VICENZA. «Io non ho firmato nessun contratto». Il ritornello è sulla bocca dei tanti vicentini che nelle ultime settimane si sono visti cambiare gestore di telefonia mobile, spesso a loro insaputa. Possibile? Sì, perché quasi sempre all’origine della migrazione c’è un assenso vocale dato (estorto?) a uno delle centinaia di call center che, quotidianamente e a tutte le ore del giorno, chiamano per proporre cambi di compagnia o del piano telefonico. In alcuni casi, è il sospetto delle forze dell’ordine, che hanno avviato indagini, non c’è neppure un consenso espresso verbalmente, ma una contraffazione della voce dell’intestatario dell’utenza. È il confine che separa la pubblicità aggressiva dalla truffa telefonica. Non sempre così netto.

IN CRESCITA. Quanti sono i vicentini vittime di cambi di gestore indesiderati? Difficile fare una stima, ma di certo il numero è in impennata. Lo conferma anche la polizia, che nella sola mattinata di martedì ha ricevuto quattro diverse segnalazioni. In molti per comodità si rivolgono poi al commissariato o alla stazione dei carabinieri più vicina a presentare la denuncia. Non sempre la migrazione sgradita sfocia in un atto formale, anche perché a volte sono le stesse compagnie maggiori (Tim, Vodafone, Wind, 3Italia, PosteMobile) a bloccare la migrazione se è palese che manca il consenso da parte del cliente. La possibile truffa viene insomma neutralizzata sul nascere.

I CASI. Il cambio di gestore avviene quasi sempre dopo la telefonata di un call center. La tipologia, però, è alquanto varia. Talvolta l’operatore non si qualifica in maniera chiara («Sono il suo gestore», ma il nome non viene specificato) e approfitta dell’attenzione dell’interlocutore per carpire informazioni ed eventuali consensi a nuovi contratti o servizi. Altre volte si tratta di truffe acclarate, come il caso di un vicentino che, dopo aver ricevuto il contratto del nuovo gestore, ha scoperto che la telefonata con il suo consenso sarebbe stata registrata in un giorno in cui lui si trovava all’estero: era sicuro di non aver risposto ad alcuna chiamata. È probabile che la sua voce fosse stata contraffatta; ipotesi difficile però da confermare, perché di fronte alla richiesta di ascoltare la registrazione alcuni call center replicano che “non è possibile”.

DISAGI. Sono di varia entità anche i danni causati da queste operazioni. I casi più fortunati si chiudono con una telefonata alla propria compagnia che dà lo stop immediato alla migrazione. Altre volte il cambio avviene senza che l’utente se ne renda immediatamente conto e la scoperta viene fatta quando ci si vede recapitare a casa la bolletta del nuovo gestore (quasi sempre si tratta di compagnie minori e poco conosciute). Ma ci sono state utenze, anche aziendali, rimaste senza contratto per più giorni, con danni evidenti per i titolari che risultavano irraggiungibili.

COME DIFENDERSI. Ecco i consigli per non finire trappola: essere chiari al telefono quando si ricevono proposte commerciali. Non vuol dire essere maleducati: un “non m’interessa, grazie” è sufficiente a evitare raggiri. Nel caso di bollette indesiderate, il consiglio è di presentarsi dalla polizia o dai carabinieri; al fine della denuncia, l’ufficio non fa differenza.

Paolo Mutterle

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