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Vicenza

Profughi
Solo uno su tre
passa l’esame

I richiedenti asilo all’uscita della caserma Sasso dove ieri si è insediata la commissione. COLORFOTO
I richiedenti asilo all’uscita della caserma Sasso dove ieri si è insediata la commissione. COLORFOTO
I richiedenti asilo all’uscita della caserma Sasso dove ieri si è insediata la commissione. COLORFOTO
I richiedenti asilo all’uscita della caserma Sasso dove ieri si è insediata la commissione. COLORFOTO

«Sì all’accoglienza ma solo dei veri profughi». La frase è stata ripetuta da Achille Variati come un ritornello negli ultimi dodici mesi. «Distinguere chi fugge dalla guerra da chi si spinge fino a qui per motivi economici è fondamentale». Ma è allo stesso tempo difficile, si dovrebbe aggiungere. Visto che serve un lavoro lungo e soprattutto tanto tempo. I numeri parlano chiaro: sono 1.391 ancora i migranti presenti nel Vicentino che attendono di essere esaminati dalla commissione territoriale. E per la maggior parte di loro l’esito è già scritto: «Solo uno su tre solitamente - annuncia il prefetto Eugenio Soldà - passa l’esame e viene etichettato come “vero” profugo. Il 70 per cento circa delle istanze viene respinto».

L’INSEDIAMENTO. Il compito di interrogare i richiedenti asilo di Vicenza e Belluno sarà affidato alla nuova commissione che si è insediata ieri alla caserma Sasso, alla presenza di Soldà, del sindaco Achille Variati, del questore Gaetano Giampietro e del viceprefetto Massimo Marchesiello. L’organismo composto da Comune, prefettura, questura e Unchr ha iniziato a lavorare già ieri. «L’elenco delle domande è lungo - continua Soldà - perché ne abbiamo 1.391, con 1.312 uomini e 79 donne, e speriamo di terminare il lavoro in circa sei mesi; o anche meno». L’organismo lavorerà dal lunedì al venerdì, con 16 esami al giorno. «Ci vorrà un po’ di tempo affinché entri a regime - aggiunge il sindaco Variati - ma mi aspetto che lavori in fretta, perché il compito della commissione è fondamentale».

LA DIFFERENZA. Variati non ha mai nascosto il suo pensiero. Anzi, lo ha ripetuto continuamente negli ultimi mesi. «Distinguere chi fugge da un Paese dove si è trovato privato dei diritti fondamentali rispetto a chi lascia la propria terra per motivi economici - interviene - è fondamentale. Chi scappa dalla povertà non è un vero profugo, perché la povertà c’è anche qui. Per questo sono soddisfatto che la commissione abbia deciso di esaminare prima di tutto le richieste dei richiedenti asilo che arrivano da quei Paesi che sono in guerra. La risposta sarà più rapida». Secondo quanto spiegato nella giornata di ieri, le prime istanze a passare sotto la lente d’ingrandimento sono quelle dei migranti che arrivano da Siria o Afghanistan. «In questo modo - prosegue il prefetto - riusciremo a ridurre il tempo di attesa, anche nell’ottica di una riduzione dei costi sostenuti».

I COMPORTAMENTI. Obiettivo della nuova commissione è esaminare circa 1.700 domande entro la fine dell’anno. «In attesa di ricevere una risposta - conclude il sindaco - mi aspetto che da parte dei richiedenti asilo ci sia un comportamento perfetto. Chi non rispetta le regole deve essere allontanato». Come accaduto in diversi casi. «Sono state 196 le diffide - spiega il prefetto - inviate a richiedenti asilo che non si sono comportati nel migliore dei modi. Mentre gli allontanamenti sono stati 76».

Nicola Negrin

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