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Zovencedo

Maestra sospesa
I genitori chiedono
600 mila euro

di Paolo Mutterle
Le riprese di uno degli episodi contestati alla maestra Giovanna, insegnante della  Zanella di Zovencedo
Le riprese di uno degli episodi contestati alla maestra Giovanna, insegnante della Zanella di Zovencedo
Le riprese di uno degli episodi contestati alla maestra Giovanna, insegnante della  Zanella di Zovencedo
Le riprese di uno degli episodi contestati alla maestra Giovanna, insegnante della Zanella di Zovencedo

Adesso che le indagini sui presunti maltrattamenti della maestra Giovanna Priante si sono chiuse, i genitori dei bambini passano all’attacco. E, attraverso i loro legali, chiedono un risarcimento per i danni morali. Somme che si aggirano tra i 20 e i 50 mila euro a bambino e tra i 10 e i 30 mila euro a genitore, facendo lievitare il computo delle richieste fino a circa 600 mila euro. Soldi che l’insegnante della scuola dell’infanzia di Zovencedo probabilmente non ha: per questo le famiglie “battono cassa” al ministero dell’istruzione. La vicenda era scoppiata a marzo, al termine delle indagini dei carabinieri. Alla maestra venivano imputate sgridate, strattoni, violenze psicologiche, uno sputo e uno schiaffo, che sarebbero stati ripresi dalle videocamere installate dai militari.

LE RICHIESTE. Il procedimento a carico di Priante, 60 anni, che vive a Zovencedo, è approdato venerdì davanti al giudice per l’udienza preliminare Massimo Gerace. Circa un mese fa la procura, con il pubblico ministero Giulia Floris, aveva chiesto il rinvio a giudizio della maestra per i presunti maltrattamenti. L’imputata, difesa dall’avv. Stefania Ottofaro, ha chiesto e ottenuto di essere giudicata con il rito abbreviato. Verrà interrogata dal giudice. L’udienza è stata fissata per la fine di ottobre. Nel frattempo almeno sette famiglie, assistite dagli avv. Omar Bottaro, Francesca Casarotto, Nando Cogolato, Valentina Galvanin e Valeria Lievore, si sono costituite parte civile nel procedimento per chiedere un risarcimento dei danni. Sono una decina i bambini presunte vittime dei maltrattamenti (alcune famiglie hanno affidato più figli alla “maestra Giovi”, come veniva chiamata affettuosamente prima che scoppiasse la vicenda) e una dozzina i genitori che lamentano di essere stati a loro volta vittime, poiché i fatti avrebbero a loro dire minato la serenità familiare. Va detto che le richieste economiche in questa fase sono poco più che indicative. Spetterà poi al giudice (in caso di condanna) quantificare la somma da destinare , che potrebbe essere uguale per tutti indipendentemente dalle richieste presentate, oppure più alta nel caso emergessero dei casi più evidenti. Se l’imputata venisse assolta, alle parti civili non sarebbe riconosciuto alcun indennizzo.

AL MINISTERO. Visto il numero delle potenziali vittime e la presunta difficoltà per l’insegnante a risarcire, le parti civili si sono cautelate chiedendo la citazione del ministero dell’istruzione, dato che la scuola dell’infanzia di Zovencedo è statale. Una richiesta sulla quale il giudice dovrà ora esprimersi con un’ordinanza separata nei prossimi giorni. In caso di assenso, all’udienza del prossimo autunno sarà presente anche lo Stato con un suo avvocato. È prassi consolidata infatti che il datore di lavoro venga chiamato a rispondere in solido con il dipendente nel caso di danni. Si tratta come è facile comprendere di una mossa delle parti civili per accedere a una maggiore capienza in caso di risarcimento. La difesa proverà invece a dimostrare in aula che le accuse alla maestra Giovanna sono infondate.

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